The Collector

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view post Posted on 11/11/2014, 17:17     +1   -1
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In tutto il mondo, dal 700 al 300 a.C.,fiorirono pensatori rivoluzionari: Pitagora, Buddha, Zoroastro, Platone, Confucio....Piantarono le radici spirituali dell’umanità. E i frutti si vedono ancora oggi.

Gli storici la chiamano “era assiale”: un’età d’oro in cui furono tracciate le basi etiche, sociali, religiose dell’umanità. E’ un periodo in cui si è pensato, scritto, prodotto, più di ogni altra epoca. Ponendo le basi per nuovi orizzonti di pensieri, il cui sviluppo continua ancora oggi.


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Personaggi eccezionali

Quest’epoca fu individuata dal filosofo e psichiatra tedesco Karl Jaspers (1883-1969): la chiamò “assiale” perché fu uno spartiacque nella storia dell’umanità. “E’ il punti in cui fu generato tutto quello che, dopo d’allora, l’uomo ha potuto essere senza riferirsi a una religione piuttosto che a un’altra, dando vita a una base culturale valida per tutti i popoli”. In pratica, furono poste le basi spirituali dell’umanità.

L’era assiale andò dall’VIII al IV secolo a.C.. Ma il più virtuoso di tutti fu il VI secolo a.C., Durante il quale, in diverse parti del mondo, emersero in modo indipendente nuove prospettive sociali e personaggi eccezionali: Eraclito e Pitagora in Grecia, Buddha in India, Confucio in Cina, Zoroastro promotore del monoteismo in Persia, il profeta chiamato Deuteroisaia diffuse in Palestina l’idea di un dio di giustizia non solo per gli Ebrei, ma per tutti i popoli.

Nell’era assiale l’uomo uscì da una versione tribale, particolarissima e limitata della realtà (oggi diremmo clientelare, lobbista, xenofoba), per cercare significati più alti all’esistenza, leggi universali, tracciare i confini fra bene e male, trovare una via interiore. Fu insomma un primo, grande Rinascimento.

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La prima repubblica

In Grecia fu scritta l’Odissea (VIII secolo a.C.). Nacque la filosofia, sfociata nel razionalismo di Aristotele, fu progettato il Pantenone. In Italia fu fondata Roma (753 a.C.) e poi la prima repubblica (510 a.C.). Il re della Giudea, Giosia (640-609 a.C.) fece una riforma monoteistica e commissionò parti fondamentali della Bibbia ebraica, poi completate dopo la prigionia degli Ebrei a Babilonia e la ricostruzione del tempio di Gerusalemme (536-515 a.C.).

In Persia si difuse la religione monoteista di Ahura Mazda (fra il VII e il VI secolo a.C.). In India si rifiutarono i sacrifici degli animali, in nome del rispetto universale per tutti gli esseri viventi, con la disciplina dello yoga e soprattutto con il jainismo.
E si difuse il buddismo (VI secolo a.C.).

In Cina, Lao Tse (VI secolo a.C.; personaggio mitizzato, forse sintesi di più figure storiche), autore del testo sacro Tao te Ching, confermava una tendenza: cercare la dimensione spirituale ed esterna dell’uomo.

Insomma, tutti i grandi pensatori convergevano sull’idea che nell’uomo e in tutte le cose vi fosse una porzione di energia creatrice facente parte di un Tutto. Si affermava il principio di “trascendenza”: le azioni di un individuo non riguardano cioè solo lui, ma hanno conseguenze più ampie nella società, fino a toccare la sfera spirituale e divina. Rispettare le regole delle grandi civiltà in formazione, trovando anche uno spazio per sé, era l’obiettivo dell’uomo nuovo dell’era assiale.

Ma a cosa fu dovuto questo improvviso e contemporaneo salto qualitativo dell’umanità?

Molto dipese dalle migliorate condizioni economiche, che diedero più possibilità all’esercizio delle attività intellettuali: l’uso del ferro consentì una migliore lavorazione dei campi e più produttività (la popolazione mondiale raddoppiò); si sviluppò la navigazione commerciale, prima con i Fenici e poi con i Greci.
E iniziò la produzione di massa degli oggetti di consumo. Ad Atene, nel VI secolo a.C.,c’erano grandi botteghe di ceramisti esperti nei vasi dipinti a “figure nere” che davano lavoro fino a 100 persone. Gli artigiani divennero sempre più specializzati: panettieri, fabbri, argentieri, falegnami, vetrai… Dall’Acropoli di Atene al Faro di Alessandria, dalle meraviglie architettoniche di Ninive e di Babilonia, volute da Assurbanipal e Nabucodonosor, fino alla Persepoli del re Dario e alle nuove città di Cartagine e di Bisanzio, tutto sprizzava lusso nell’area assiale.

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Globalizzatori

La visione di un mondo globalizzato era un obiettivo politico: il persiano Dario diventò lunico sovrano dall’Egitto all’India. Alessandro il Macedone, con al seguito anche molti studiosi, costituì un immenso impero in cui promise matrimoni misti, sognando di unire le genti. Il progetto di globalizzazione poi fini, ma divenne punto di riferimento per altre monarchie, imperatori romani compresi.

Il Cina il periodo dei regni combattenti (482-221 a.C.) si concluse con l’unificazione del Paese sotto l’imperatore Qin Shi Hung, quello che lasciò il maestoso sepolcro con gli 8.000 guerrieri di terracotta. In India si affermarono regnanti illuminati, come Asoka (304-232 a.C.). Facendo parte di città-Stato o vasti regni, le persone dovevano trovare un compromesso fra la loro vocazione tribale e individuale e le esigenze di una collettività gerarchicamente organizzata, sottoposta a più controllo. L’adattamento portò a diverse filosofie di vita.

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La via del guru

Una delle più importanti si ebbe in India, con il superamento dei Rig-Veda, i testi sacri degli ariani provenienti dalla Persia che si erano stabiliti lungo il fiume Indo. I Vada si basavano sulla meraviglia e il timore degli dei della natura, ai quali erano molto graditi i sacrifici. Vi era l’accettazione delle sofferenze umane basata sul Karma, ossia l’idea che ciascuno si determinasse da solo il futuro con le proprie azioni.

Nel VII secolo a.C. si riscoprì l’antica usanza dello yoga, la meditazione individuale. Gli dei ebbero sempre meno importanza e si diffuse la figura del maestro spirituale. Apparvero i trattati conosciuti come i Vedan-ta, dove era spiegata una nuova concezione del divino: entità che si trova in tutte le cose. Si arrivò alla conclusione che questa provenisse dal Brahman intenso come il Tutto.

La vera saggezza consisteva nella percessione di questa unità, al di là del singolo fenomeno naturale o sociale. Le tecniche dello yoga davano la coscienza di un mondo interiore collegato al Tutto. I sacrifici di animali erano sorpassati, da considerare rozzi, crudeli, inutili. Da questo induismo riformatore nacque la religione jainista, che propone il rispetto di tutte le forme di vita, anche delle più piccole. E si stagliò la figura di Siddharta Gautama, conosciuto come il Buddha, l’Illuminato.

Lui spiegò che l’esistenza è dukkha, sofferenza, che bisogna uscire dal circolo vizioso delle reincarnazioni, trovando il Nirvana, uno spazio fuori dalle passioni, dalle varie vite. In un mondo sbagliato, solo una cosa doveva essere ferma: il dharma, la verità sulla vita buona e giusta. Ai suoi contemporanei Buddha diede quindi un insegnamento morale: più che raccomandarli a un dio, insegnò loro come salvarsi da soli. Lo spirito critico, ma distaccato del buddismo (poco utilizzabile per scatenare conflitti sociali) piacque ai regnanti dell’India, che ne fecero per un certo periodo la “religione” di Stato.

Il “Tutto”, l’Essere impersonale, era spesso alla base della filosofia in Grecia, dove nel VI secolo a.C., Senofane fuu il primo a proclamare la fede nel progresso, nell’urbanizzazione, nella tecnica. Pitagora, sempre nel VI secolo, volle però capire che cosa ci fosse dietro la realtà così come la percepiscono i nostri sensi. Pensava all’anima come una divinità decaduta, imprigionata in un corpo corruttibile e condannata a un ciclo eterno di reincarnazioni. Insegnò che l’anima poteva essere liberata con rituali di purificazione.

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La natura delle cose

Per Platone (427-347 a.C.) il mondo sensibile era solo una brutta coppia della realtà immutabile, fondata su forme o idee eterne. Con la purificazione e il pensiero razionale, l’anima poteva liberarsi e tornare alla propria natura divina in un universo perfetto.

Ma Aristotele (384-322 a.C.), pioniere della fisica e della biologia, gettò le basi del razionalismo moderno rifiutando la separazione netta fra mondo delle idee e realtà materiale: la conoscenza dei fenomeni sensibili serviva ad avvicinarsi sempre di più alla vera natura delle cose. Le idee eterne e perfette esistevano, ma erano insite in oggetti concreti.
Aristotele era per il primato della poesia (e del teatro) sulla storia. La prima come resoconto di fatti generali, il secondo di eventi personali (per esempio, Edipo, che sia storicamente esistito o no, richiama situazioni umane riconoscibili da tutti). Scoprì il meccanismo della catarsi: identificandoci nelle forti emozioni rappresentate nei drammi, ci distacchiamo in modo liberatorio delle passioni.

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Giustizia sociale

In persia, Zoroastro (VI secolo a.C.), profeta di Ahura Mazda, oltre a promuovere il monoteismo, contribuì alla definizione dei valori con la netta separazione fra bene e male. Il monoteismo era una religione funzionale agli imperi assoluti, come quello persiano: un unico dio si accordava meglio all’idea di un solo uomo (l’imperatore) al mondo. E un codice di comportamento preciso aiutava a mantenere l’ordine sociale.

Anche presso gli Ebrei Dio parlava per mezzo dei profeti. A loro si deve la diffusione di principi di giustizia sociale e carità. Nei due Stati ebraici di allora (Giudea e Israele) alcuni profeti dell’VIII secolo come Isaia, Amos Osea cambiarono l’immagine di Yahvhè. Da “dio degli eserciti”, geloso del suo popolo e spietato contro gli altri, Yahvhè si trasformo in un dio critico nei confronti delle iniquità sociali presenti fra gli stessi Ebrei. Anzi, iniziò a utilizzare altri popoli, come gli Assiri, per dare loro una lezione (Sargon invase Israele nel 722 a.C.).

Inoltre, a un’assemblea degli dei, presieduta dal dio El, Yahvhè avrebbe detto: “Fino quando emanerete sentenze inique, e presenterete le parti degli empi? Difendete piuttosto il debole e l’orfano, rendete giustizia al misero e al povero. Liberate il debole e l’indigente dalla stretta dell’empio!” (Salmo 82). Dopo che re Giosia (640-609 a.C.) fece scrivere nel regno di Giuda molte parti dell’Antico Testamento, in linea con la sua riforma monoteista, Yahvhè cambiò ancora. In particolare dopo la caduta, per mano dei Babilonesi, di Gerusalemme: da divinità nazionale e “tribale” divenne creatore del mondo, di tutti gli esseri umani, faro per tutti i popoli. Il suo universalismo fu reso noto soprattutto dal profeta Deuteroisaia che moltiplicò le sue comunicazioni contro la schiavitù, in favore dei poveri, per le opere di carità. Un dio “socialista”e missionario che avrebbe poi condizionato il pensiero ebraico-cristiano-musulmano, ma non quello cinese.

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Tutti in fila

La Cina, altro popolo dell’era assiale, era uscita dalla vita tribale e dall’ingenua divinizzazione delle forze della natura grazie a Lao Tse (VI secolo a.C.) e al taoismo. Egli credeva che il Tao, la sostanza divina, fosse in tutte le cose. E puntava sulla libertà del singolo.
Ma un altro grande pensatore dell’era assiale, Confucio (557-479 a.C.), divenne il paladino dell’ordine statale: invece di ricercare la spiritualità nel distacco dal mondo e della disparità sociali, promosse il rigore etico, la piena fiducia nell’autorità. La sua “non religione” fu un adattamento alla realtà imperiale. E, in fin dei conti, funzionò: il rispetto verso una rigida gerarchia e un disciplinato codice di comportamento ha dominato in Cina per oltre 2 mila anni.

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Arrivò l’hi-tech: dall’orologio all’àncora

Nell’età assiale in architettura si diffusero l’arco e la volta. Si concepirono l’acquedotto (il più antico in Assiria) e l’asfalto (Babilonia). I grandi templi campani e siciliani della Magna Grecia come Selinunte e Paestum. Le tegole per i tetti. L’orologio solare, la prima carta geografica del mondo (Grecia, Anassimando).

Navi veloci con fino 5 ordini di remi (Fenicia e Grecia), l’ancora. Le vocali dell’alfabeto (Grecia). L’aratro a punta e quello pesante. Il giogo (sulle spalle, non sul collo, dell’animale) che migliorò la trazione (Mesopotamia). Il bulino d’acciaio, il tornio e la carrucola (Grecia).Gli stampi per oggetti di ferro (Cina).

Il miglior pallottoliere dell’antichità (Egitto). L’ombrello e l’aquilone (Cina). La protesi dentaria (in oro, Etruria 650 a.C.). La biblioteca (Ninive, Assiria). La torre mobile d’assedio (Assiria). La catapulta (Siracusa). Il conio per monete (Lidia). I sistemi di scale musicali (Arione e Alcmane, 625 a.C.). La lira, con sette corde (Sparta, Tarpando, 606 a.C.).

Le Olimpiadi (776 a.C.). La più antica scuola filosofica (Mileto, Talete 623 a. C.). La disciplina storica di medicina (Cnido, Democede). La più antica tragedia conosciuta, I Persiani (Atene, Eschilo, 472 a.C.).L’automistica, per cui ogni cosa è fatta di atomi (Leucipppo e Democrito). E molte altre cose....

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L’uomo uscì da una visione tribale e limitata per cercare quale fosse

il significato della vita

I progressi della tecnologia aumentarono il benessere e favorirono la ricerca

Si cercavano le leggi universali al di là dei singoli eventi

La natura non era più governata da divinità ma da forze.





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